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al testo di Luca Giordano
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La città s’allontana ed il quartiere si scioglie nei prati sporchi del Lazio. Ciuffi d’erba polverosie palazzi e giardini. Nei formicai d’inverno il popolo delle case di sabbia e cementoattende il sole per uscire ad asciugarsi. Solo Gianni gioca in maglietta sul prato bagnato. Principe che non può crescere, neanche qui c’è spazio per lui, eppure ride e fa dispetti e chiede: “sono bravo?” Aspetta un abbraccio per diventare uomo vuole prima essere bambino, figlio amato.
Luogo dell’amore mancato, incontro di solitudini ribelli. Hanno l’incoscienza dei pionieri, e rubare è un favore a un amico, la galera per gli innocenti, perché tutti qui hanno un carico pendente, essere gettati nella vita senza salvagente.
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